Quando spiego il mio lavoro e dico che dialogo con il corpo il mio discorso viene spesso confuso e le persone pensano che mi riferisca al “linguaggio del corpo”, quella parte di comunicazione non verbale che traspare dalle posizioni che la persona assume.
C’è poi chi prova ad avvicinarsi a quello che io intendo parlando di somatizzazione ma anche questo è un altro livello. La somatizzazione è quel processo per cui il nostro vissuto si imprime nel corpo generando scompensi o patologie. Faccio qualche esempio: se ci carichiamo di un peso la nostra schiena sarà curva, se proviamo una forte rabbia sarà il nostro fegato a patire ..e così via. Abbiamo “somatizzato”.
Queste sono regole “generali”, da tenere assolutamente presente, ma non devono diventare una Bibbia.
Ognuno di noi – dal pensiero del proprio concepimento ad oggi – ha vissuto un film a sé, diverso, unico. Diventa un po’ limitante concepire le problematiche in comparti stagni.
Sarebbe fin troppo facile (e noioso!) se tutte le persone con male al fegato dovessero lavorare la loro rabbia, se tutti quelli che hanno la schiena curva dovessero liberarsi dai pesi della vita. Beh, davvero, tutto lì?
Lascia stare Dr. Google, lui non ti conosce.
Per quanto potrà essere preciso uno strumento in cui inserisci i dati di quello che provi per ricevere la ricetta della soluzione ai tuoi problemi, nulla sarà mai Vero come quello che hai dentro. Devi solo imparare ad ascoltarlo, a porti nel corretto atteggiamento per fare domande e ricevere risposte.
Ormai son parole inflazionate e quando leggo “la risposta è dentro di te” mi viene in mente Guzzanti. E sorrido.
Il suo personaggio Quelo diceva: “la risposta è dentro di te, epperò .. è sbagliata!”. Eh no. Credo non sia mai del tutto sbagliata. Può essere imprecisa o fuorviante se nella ricerca di quella risposta siamo disturbati da interferenze che arrivano da pensieri e turbini di emozioni. Ma se la cerchiamo così e ne siamo felici è quello di cui abbiamo bisogno.
Se invece abbiamo bisogno di maggiore chiarezza, se sentiamo la necessità di qualcosa di più come un segnale che appare finalmente in una strada tortuosa allora la risposta può arrivare da quel linguaggio con cui lavoro. E’ un dialogo che puoi imparare anche tu, meditando, cercando di non indirizzare i pensieri ma di andare su un altro livello… Ricevere anzichè cercare.
Dialogare con il corpo, attraverso il corpo, è questo.